2023 inflazione e ricerca immobili: la domanda ricorrente che ricevo più spesso in questo periodo riguarda l’opportunità/rischio di acquistare casa con inflazione in aumento.
Facciamo chiarezza.
Si sente parlare di un futuro prossimo connotato da una bolla immobiliare, giustificato dall’aumento di valore a metro quadro in doppia cifra per le città Milano, Roma, Palermo a seguire Bologna ,Venezia, Firenze.
In effetti se il 2021 era stato un anno straordinario in termini di numero di transazioni immobiliari, il 2022 lo ha superato.
2023 inflazione e ricerca immobili: le previsioni del mercato secondo Carlo Giordano
“Le previsioni parlano di un mattone che manterrà la traiettoria dei prezzi in crescita anche per il 2023.
È ipotizzabile che l’aumento dei prezzi andrà di pari passo con una diminuzione nelle transazioni: se il 2022 è stato un anno eccezionale, con un totale di compravendite che si attesta attorno a 770.000, il 2023 si prefigura come più complesso.
Infatti, sulla quota parte di potenziali acquirenti già di per sé inferiore rispetto al 2022, peseranno anche le forti incertezze economiche del periodo, che contribuiranno a raffreddare l’onda emotiva che ha investito il concetto di acquisto della casa negli ultimi anni.” (Carlo Giordano, Board Member Immobiliare.it).
Salgono i prezzi e diminuiscono le transazioni afferma Giordano, questo fa presupporre che per soddisfare il bisogno di casa delle famiglie ci sia una corsa alle provincie che potrebbe permettere di contenere l’aumento di prezzi e di rate di mutuo rese più pesanti dall’aumento dei tassi. Complice anche la recente vicenda pandemica e l’ormai consueto uso dello smart working, le famiglie hanno sperimentato come la qualità di vita, nel living la casa sia un presupposto da valutare con attenzione.
L’aumento inflattivo, che comporta l’erosione diretta dei risparmi lasciati sui conti correnti porta giocoforza anche chi dispone di importi contenuti la ricerca di investimenti immobiliari volti alla creazione di rendite che contrastino il caro vita.
Chi dispone di cifre modeste potrà focalizzarsi sulle nelle zone universitarie di piccole città che permettono di mantenere reddività alte, complice ancora la competitività tra prezzi di acquisto e la richiesta sempre crescente di appartamenti da destinarsi a locazione universitaria e turistica.
Il premio Nobel per l’economia Robert Shiller ha sempre sostenuto che nel medio termine l’inflazione fosse il principale motore dei prezzi immobiliari.
In uno studio molto interessante pubblicato da Bankitalia è stata analizzata la tenuta del mattone italiano dal lontano 1927 al 2016. Secondo i dati raccolti, i prezzi reali delle abitazioni, in quasi novant’anni, sono pressoché triplicati, arrivando a quintuplicarsi in alcune grandi città.
Nessuno di noi ha la sfera di cristallo ma probabilmente il mercato immobiliare italiano si conferma ancora investimento sicuro, particolarmente in questo momento storico.