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2023 tutti i bonus casa della nuova finanziaria

2023 tutti i bonus casa della nuova finanziaria: cosa possiamo ancora utilizzare e come.
 

Tra i bonus in vigore nel 2023 c’è quello dedicato alla ristrutturazione edilizia. L’agevolazione, valida fino al 31.12.2024, era stata già prevista dalla Legge di Bilancio 2022.
Non essendoci state novità in merito nella prima Manovra del governo Meloni il meccanismo di funzionamento resta lo stesso, quindi anche l’aliquota di detrazione fiscale e i lavori consentiti.
Si abbassa l’iva al 10% sui lavori di ristrutturazione e si permette la detrazione del 19% degli interessi passivi pagati per la restituzione di mutui accesi su ristrutturazione di prima casa.

 

Come funziona il bonus ristrutturazione

I contribuenti possono detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
Per gli interventi di ristrutturazione realizzati su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di un’attività commerciale, dell’arte o della professione, la detrazione spetta nella misura ridotta della metà.
In generale, la detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

Anche nel 2023 resta valida la possibilità di usufruire del bonus in tre modalità:
• detrazione;
• cessione del credito a terzi;
• sconto in fattura.

 

A chi spetta il bonus ristrutturazione

Anche in merito ai soggetti che possono beneficiare del bonus ristrutturazione non vi sono cambiamenti: l’agevolazione edilizia può essere richiesta da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, che siano residenti o no in Italia.
Nel dettaglio, hanno diritto alla detrazione del 50% sulle spese per i lavori:
• i proprietari o i nudi proprietari;
• i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
• i locatari e comodatari;
• i soci di cooperative;
• gli imprenditori individuali (per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce);
• coloro che producono redditi in forma associata (anche in questo caso per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce).
Possono comunque avere accesso al bonus anche i futuri proprietari dell’abitazione oggetto della riqualificazione, purché siano in possesso dell’immobile, eseguano i lavori a proprio carico e abbiano registrato il compromesso.

 

Quali lavori sono ammessi?

• lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini: gli interventi sono indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001;
• lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze: gli interventi sono elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001.
Facendo qualche esempio pratico, tra i lavori rientranti nella categoria di riqualificazione troviamo:
• l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
• la realizzazione e il miglioramento dei servizi igienici;
• la sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande;
• il rifacimento o costruzione di scale e rampe;
• gli interventi finalizzati al risparmio energetico;
• gli interventi di bonifica dall’amianto;
• gli interventi finalizzati alla cablatura degli edifici;
• l’installazione di apparecchi di rilevazione di gas;
• la recinzione dell’area privata.


Conseguentemente, è possibile accedere al bonus ristrutturazione anche effettuando lavori di manutenzione ordinaria come l’adeguamento delle altezze dei solai e l’apertura di nuove finestre, così come la realizzazione dei bagni in caso di ampliamento rispetto al volume precedente all’intervento. Per quanto riguarda tutti i lavori che comportano un risparmio energetico, tra i vari adempimenti è obbligatorio presentare la comunicazione all’Enea entro 90 giorni dalla data di conclusione degli interventi.
Ricordiamo poi che è possibile accedere al bonus ristrutturazione anche per gli interventi che vengono eseguiti in proprio. In questo caso, secondo quanto stabilito dalla normativa, si ha il diritto alla detrazione del 50% delle spese relative all’acquisto dei materiali utilizzati.

 

Bonus mobili

È una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.
La detrazione va calcolata su un importo massimo di 8.000 euro per l’anno 2023 e di 5.000 euro per il 2024, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Per il 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione era pari a 16.000 euro mentre per il 2022 era pari a 10.000 euro.
Il pagamento va effettuato con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

 

Sisma bonus

I contribuenti che eseguono interventi per l’adozione di misure antisismiche sugli edifici possono detrarre una parte delle spese sostenute dalle imposte sui redditi.
 
La detrazione può essere richiesta per le somme spese nel corso dell’anno e può essere ceduta se relativa a interventi effettuati su parti comuni di edifici condominiali.
 
La percentuale di detrazione e le regole per poterne fruire sono diverse a seconda dell’anno in cui la spesa viene effettuata.
 
Sono concesse detrazioni più elevate quando alla realizzazione degli interventi consegua una riduzione del rischio sismico.
 
Per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 spetta una detrazione del 50%, che va calcolata su un ammontare massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (per ciascun anno) e che deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo.
La detrazione è più elevata (70 o 80%) quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 o 2 classi e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (80 o 85%). 
Inoltre, per le spese sostenute dal 1° luglio 2020, l’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 ha introdotto per determinati interventi antisismici la detrazione del 110% (il cosiddetto “Super sisma bonus”).
Infine, chi compra un immobile in un edificio demolito e ricostruito nei Comuni in zone classificate a “rischio sismico 1”, può detrarre dalle imposte una parte consistente del prezzo di acquisto (75% o 85%, fino a un massimo di 96.000 euro).

 

Bonus verde

È una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute negli anni 2020, fino al 2024  per i seguenti interventi:
• sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi
• realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.
La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo, comprensivo delle eventuali spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi. Quindi detrazione massima di 1.800 euro per unità abitativa (36% di 5.000 euro plafond massimo)
Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che consentono la tracciabilità delle operazioni (per esempio, bonifico bancario o postale).
Può beneficiare della detrazione chi possiede o detiene, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile oggetto degli interventi e che ha sostenuto le relative spese.

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