Come affrontare la separazione. Una chiacchierata con l’Avv. Letizia Solimene

Come affrontare la separazione

Una chiacchierata con l’Avv. Letizia Solimene

Nel mio articolo precedente ho introdotto un argomento che mi sta a cuore, ovvero la nostra capacità di progettare un futuro sia al lavoro, ma anche in famiglia, che corrisponda davvero alla nostra idea di realizzazione personale. Molto spesso infatti quando pensiamo a costruirci una famiglia, affrontiamo questo tema così vitale con un po’ di impreparazione, almeno su alcuni temi che invece oggi sono all’ordine del giorno, come quello di una eventuale futura separazione.

Invece, anche in questo campo così delicato possiamo introdurre piccoli accorgimenti che ci aiutino, strada facendo, ad affrontare le sfide o gli imprevisti con più consapevolezza e serenità.

 

Di questo ho parlato a lungo con l’avvocata di diritto di famiglia Letizia Solimene, esperta di questioni di separazione e divorzio, che utilizza volentieri strumenti di mediazione e di couseling per raggiungere accordi di separazione che portino la coppia a soluzioni concrete per il bene della famiglia.

Se vuoi leggere un’altra parte di questa intervista, ti invito a seguire il link.

 

Una fotografia della situazione

Sara: Ci puoi parlare della situazione nella quale, secondo i dati ISTAT ci troviamo?

Letizia: Faccio fatica a generalizzare circa la situazione attuale posto che la distribuzione del modello familiare in Italia cambia a seconda delle aree geografiche prese in considerazione.

In generale, accade ancora che quando in famiglia c’è più di un figlio, di solito la madre non lavora. Questo modello prevale soprattutto nel centro-sud Italia; al nord-est, secondo i dati, troviamo una maggioranza di coppie con un figlio; al nord-ovest molte coppie scelgono di non avere figli. La presenza di servizi alla famiglia dovrebbe consentire alle coppie di accedere, ad esempio, alle agevolazioni fiscali per gli asilo nido, ma di fatto le richieste che vengono accolte, secondo i dati, si aggirano intorno al 25% delle domande avanzate.

Questo ci riporta di nuovo alle scelte che mediamente i coniugi fanno di rinunciare al lavoro esterno o ridurre significativamente l’orario dell’attività per la madre in modo da delegarle integralmente o quasi la cura dei figli; tale circostanza determina evidentemente una minore autonomia economica della donna, che ricade negativamente su di lei al momento della separazione.

Indico qui per comodità il link al report ISTAT relativo ad una fotografia recente di matrimoni, unioni e separazioni che evidenzia alcuni trend italiani di questi ultimi anni. Leggilo in particolare a pag. 9 e 10.

 

Le risorse si dividono e le spese raddoppiano

Sara: Come fare per affrontare positivamente questo quadro d’insieme?

Letizia: Pianificare in anticipo degli strumenti utili ad affrontare l’eventualità di una separazione aiuterebbe molto a mettersi al riparo dalle difficoltà economiche che solitamente si presentano. Tale iniziativa potrebbe favorire anche una maggiore serenità psicologica delle persone derivante dalla consapevolezza di avere a disposizione almeno qualche risorsa sicura di supporto in caso di bisogno. Due persone che non soffrono della preoccupazione di doversi accollare rischi economici imprevisti di solito sono più serene e libere, sia individualmente, sia all’interno della relazione, sia nell’ambito familiare.

Del resto, la preoccupazione del coniuge economicamente più “debole” di non farcela a sopravvivere e la paura dell’altro di doversi far carico di tutto l’impegno economico hanno in passato (e in molti casi anche ora) pesantemente condizionato la scelta delle coppie di separarsi.

Attualmente, oltre a uno spostamento in avanti dell’età delle prime nozze, si registra anche un aumento delle seconde (o addirittura terze) nozze, circostanza che da un lato rivela prudenza e calcolo, dall’altro la tendenza a continuare rincorrere i propri sogni di felicità.

Sappiamo anche che ritrovarsi a dover affrontare una separazione implica che le risorse si dividono e le spese raddoppiano: due case, doppie utenze, e molta fatica per la gestione della famiglia.

I figli in teoria dovrebbero mantenere le stesse opportunità di cui avrebbero goduto se i genitori fossero rimasti insieme, perciò accantonare risorse in tempi non sospetti è un modo saggio per non farsi sorprendere da questo tipo di evenienza.

Ora come ora si può anche accantonare in modo variabile: quando si ha più possibilità si può mettere da parte una somma maggiore, riservandosi la possibilità di diminuirla quando necessario. La somma accantonata e non utilizzata per la separazione può eventualmente servire ai figli, ai loro studi per esempio, o al momento in cui ci sono spese importanti impreviste anche legate a esigenze di salute.

 

Quali alternative alla separazione classica?

Sara: Che opinione hai rispetto al clima che si respira nelle separazioni più recenti?

Letizia: Personalmente, assisto sempre di più coppie in cui il clima è decisamente civile. Le crisi coniugali adesso possono essere risolte anche in modi alternativi rispetto alla procedura giudiziale di separazione in Tribunale. Uno di questi è la “Negoziazione assistita”, che è una convenzione stilata da uno o più avvocati; è una soluzione sempre più frequente anche se, a mio avviso, meno calzante nei casi in cui vi è la presenza di figli piccoli, ove è utile il vaglio del Tribunale essendo le parti spesso dubbiose sulla sulla congruità delle condizioni stabilite.

Tra le ADR (Alternative Dispute Resolucion) ossia i metodi alternativi di risoluzione delle dispute familiari, annoveriamo anche la mediazione familiare, la coordinazione genitoriale e la pratica collaborativa valide sia per le coppie di fatto, che per le coppie di diritto.

La mediazione familiare, la quale prevede l’intervento di un mediatore che favorisce la comunicazione delle parti e agevola il componimento della lite (a cui si giunge in quanto le parti sono stimolate a generare proposte), ha la finalità non solo di di trovare accordi che determinano la gestione dei figli più adeguata ma anche di implementare e migliorare la comunicazione dei genitori allo scopo di far evolvere il conflitto e rendere la relazione genitoriale più funzionale.

In generale le composizioni bonarie offrono l’opportunità di trovare soluzioni più calzanti ed efficaci, sia personali che economiche e consentono di inserire negli accordi condizioni ulteriori rispetto a quelle “standard” che il Tribunale, per competenza, può adottare.

Tale accordi si prefiggono l’ambizioso obiettivo di ottimizzare le risorse in vista del futuro dei figli tutelandoli e aiutandoli a vivere al meglio le loro opportunità, facendo in modo che non gli derivino pregiudizi dal fatto che i genitori non sono più una coppia e non cumulano più insieme le loro rispettive disponibilità economiche.

La coordinazione genitoriale prevede l’affidamento dell’incarico a un professionista terzo che di fatto supporta e dirige i genitori aiutandoli ad assumere atteggiamenti più funzionali alla crescita dei figli preservando il diritto degli stessi a una crescita serena ed equilibrata.

 

Gli strumenti che abbiamo a disposizione

L’educazione finanziaria di cui mi occupo ti aiuta ad avere consapevolezza della situazione in cui ti trovi, sia che tu sia madre o padre; e fornisce strumenti concreti per affrontare le difficoltà che possono sorgere in modo da poter gestire meglio le conseguenze.

 

Se vuoi essere seguita/seguito da me nella costruzione di una pianificazione efficace che ti aiuti a prevenire piuttosto che curare, contattami con il form presente in questo sito.

 

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